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Parco Asburgico - Autunno Pittore - Aspettando il Natale - Levico Terme - Trento - Trentino Alto Adige

Il Parco delle Terme di Levico è il parco storico più importante della provincia autonoma di Trento, venne progettato da Georg Ziehl (1873-1953), un paesaggista-giardiniere tedesco, agli inizi del 1900 ed inaugurato nel 1905. Situato a Levico Terme, ha una superficie di 131669,47 m² ed è gestito dal Servizio per il Sostegno Occupazionale e Valorizzazione Ambientale della provincia autonoma di Trento ed è di proprietà della provincia autonoma di Trento. Al suo interno sono presenti due edifici storici: il Grand Hotel Imperial e Villa Paradiso, detta anche "La casa del giardiniere", in cui vengono svolte mostre come "Forte pura salubre acqua" e "Spazi Colti". La flora del Parco comprende 581 alberi, 4300 arbusti e tappezzanti e 75000 specie bulbose, per quanto riguarda la fauna, è certa la presenza di scoiattoli, cinciallegre e merli, sono infine presenti molte specie di funghi e alcune serre.  

Cedro dell'Himalaya - Parco Asburgico - Levico Terme - Trento - Trentino Alto Adige

Si tratta di una Conifera sempreverde originaria della catena montuosa dell'Himalaya, dove vive a quote comprese tra i 1200 e 3500 metri di altitudine. È una specie piuttosto esigente riguardo a luce e umidità atmosferica. In natura cresce in popolamenti puri oppure associata ad altre specie, in relazione alle condizioni climatiche del sito. Nella sua area di diffusione naturale è un albero alto fino a 50-60 metri, con chioma piramidale, pendula all'apice. Tronco colonnare con rami principali orizzontali che tendono a curvarsi in basso con l'invecchiamento. Le foglie sono aghiformi, di colore verde chiaro, lunghe fino a 4-5 centimetri. Esse sono disposte a spirale sui rametti apicali giovani (macroblasti), mentre sono riunite in fascetti, in numero di 30-40, sui rametti corti (brachiblasti).

Introdotta in Europa nel 1822, questa specie è molto diffusa in parchi e giardini per la sua valenza ornamentale. Il cedro dell’Orto, situato tra la montagnola e la vasca delle Quattro Stagioni, è stato messo a dimora nel 1828 e riveste un'importanza particolare perché rappresenta il primo esemplare di questa specie introdotto in Italia. Questo maestoso albero presenta evidenti segni di traumi subiti in passato, che hanno interessato sia la parte apicale sia alcune grosse branche. In questi ultimi anni, ha sofferto di uno stress idrico in concomitanza con l'abbassamento della falda idrica, verificatosi a seguito di costruzioni realizzate nelle immediate vicinanze. Al fine di garantire la sopravvivenza nel tempo di questo albero di grande valore storico, è stata effettuata una complessa operazione di risanamento radicale e di rivitalizzazione, il cui risultato viene tenuto costantemente sotto controllo mediante tecniche di monitoraggio radicale.

Scatto MP11

 

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