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Drago Vaia Regeneration - 2 scatti - Lavarone - Percorso da Passo del Cost - Trento - Trentino Alto Adige

Il Drago Vaia Regeneration Forgiato dalle ceneri del Drago Vaia il nuovo drago è ritornato a Lavarone!   Con le sue 6 tonnellate di legno carbonizzato 16 metri di lunghezza e 7 in altezza è la scultura di drago in legno più grande al mondo. Realizzato con le radici della tempesta Vaia porta con sé la memoria di quello che è successo al suo predecessore. I pezzi di legno sono totalmente carbonizzati, volutamente bruciati dall’artista Martalar che uniti ai resti dell’incendio, ricompongono la nuova opera. L'opera del Drago Vaia Regeneration Realizzata con maestria dall’artista Marco Martalar anche lui con più di 3000 pezzi di pezzi di radici di alberi divelti dalla tempesta Vaia e più di 3000 viti. L’opera ha una connotazione meno mansueta del precedente Drago perché deve raccontare anche qualcosa di diverso e differente.  Questo nuovo Drago non è solo un guardiano a monito del rapporto tra essere umano e natura, ma è un custode di memoria, di storie, un simbolo di rinascit...

Malloreddus - Gnocchetti Sardi - 2 scatti - Pesto con la ricotta e noci

I malloreddus, conosciuti anche come gnocchetti sardi, rappresentano un prodotto gastronomico tipico della Sardegna: sono tanti e diversi a seconda della zona di diffusione i nomi con cui gli gnocchetti vengono chiamati, si va infatti dai cigiones ai macarones caidos, fino ai cravaos. Questo singolare formato di pasta dalle sembianze di una conchiglia è preparato con semola di grano duro e acqua e presenta una superficie rigata che si ottiene con l’utilizzo di un apposito attrezzo, una grana ruvida che rende la pasta perfetta per intrappolare infiniti tipi di sughi e salse. Questi graziosi gnocchetti panciuti lunghi circa 2 centimetri o poco più sono un classico della cucina tradizionale sarda e un tempo venivano impastati manualmente: mescolando semola e acqua, le massaie ottenevano un panetto che, dopo essere stato steso, veniva tagliato a bastoncini lunghi, poi a cubetti ed infine modellato con il cosiddetto ciuliri, una sorta di cestino in paglia o canestro che permetteva di regalare alla pasta il caratteristico dorso rigato e la forma incavata. 



 

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